2016-10-09

Recensione: "LA BELLA ADDORMENTATA POP" di PAULA PIMENTA

"LA BELLA ADDORMENTATA POP"
di PAULA PIMENTA
 
 
Ciao miei adorati readers e bentornati nel mio blog!
Oggi vi parlerò della mia ultima lettura, un romanzo rosa dolcissimo, che racconta una delle più belle e antiche fiabe di sempre, "La bella addormentata nel bosco", in chiave moderna, scritto dalla meravigliosa Paula Pimenta: "La bella addormentata pop".
 
LA COPERTINA
 
 
La copertina è meravigliosa.
Il titolo anticipa ciò che si leggerà all'interno di questo libro, ovvero una delle più belle e antiche fiabe del mondo, "La bella addormentata nel bosco", riscritta e presentata in chiave moderna.
L'aggiunta di quel "pop" sta a significare che la vicenda si ispira alla fiaba originale, seppur presentando moltissime differenze con essa, prime tra queste l'ambientazione ai giorni nostri e un amore totalmente diverso da quello che ognuno di noi associa alla fiaba, ma nonostante ciò emozionante e unico, esattamente come quest'ultimo.
L'immagine di copertina rappresenta una delle scene cruciali dell'intera vicenda, quando la protagonista Áurea sviene, punta da...
 
LA TRAMA
 
Cosa fareste, se scopriste che il vostro passato è molto diverso rispetto a quanto pensavate?
Anna Rosa Lopes ha sedici anni, vive in Brasile accudita dagli zii perché i suoi genitori sono morti e studia in un collegio femminile. E' una ragazza bella e intelligente, ma, nonostante l'affetto delle amiche e dei familiari, sembra destinata a rinunciare alle gioie della giovinezza: non può andare a casa delle sue coetanee, non può partecipare alle feste e viene sorvegliata di continuo dagli zii, che le raccomandano di non parlare mai con gli estranei e di non rivelare a nessuno i pochi particolari sulla sua infanzia di cui è a conoscenza.
Perché tutto questo mistero? Chi è davvero Anna Rosa? E cosa minaccia la sua vita?
Lei sa ben poco del rapimento di cui fu vittima quando era ancora in fasce; e di certo ignora che Marie Malleville - la perfida donna che la sequestrò - continuerà a cercarla finché non avrà portato a termine il suo piano malvagio.
La verità inizia a venire a galla quando Anna Rosa decide di aprire il suo cuore a un ragazzo che le manda alcuni messaggi sul cellulare.
Forse in questo modo sta mettendo a repentaglio la sua incolumità.
Oppure, sta conoscendo il principe azzurro che la sveglierà da un lungo torpore...
 
"La bella addormentata pop" reinterpreta in chiave moderna una delle fiabe più belle di sempre e fa rivivere ai giorni nostri emozioni e sentimenti intramontabili.
 
LA RECENSIONE
 
Questo libro è consigliato a chi adora le fiabe, ancor di più se reinterpretate in chiave moderna;
A coloro che sognano un amore puro, come quello di cui si sente tanto parlare, caratteristico di un'epoca passata, lontana e che abbia inizio in un modo alternativo, magari tramite un sms inviato "per sbaglio" da parte di un ragazzo, a una bellissima ragazza...
A chi desidera leggere di una storia d'amore ambientata ai giorni nostri e nata su un cellulare, caratterizzata da un turbinio di emozioni semplici, ma complesse e inspiegabilmente pure e palpabili (nonostante i due si "conoscano" solo tramite delle parole, scritte all'interno di una nuvoletta, e delle telefonate), come solo l'amore adolescenziale può essere.
"La bella addormentata pop" è ambientato in primo luogo a Parigi, successivamente a Vaduz (capitale del Liechtenstein) e, infine, per la maggior parte della durata della vicenda, in Brasile.
La protagonista di questo libro è Áurea Roseanna Bellora, poi Anna Rosa Lopes.
Áurea Roseanna Bellora è una bambina nata da un amore forte, travolgente e puro.
Un amore scaturito tra una donna brasiliana, Doroteia, residente in Francia, a Parigi, grazie ad una borsa di studio che le permette di frequentare un corso di cucina in una delle più prestigiose università culinarie del paese e un uomo dal sangue blu, Stefan, uno dei parenti della famiglia reale del Liechtenstein, il più piccolo principato del mondo, residente anch'esso a Parigi per ultimare gli studi universitari.
Fra i due è assaggio a prima vista: l'uomo dopo aver assaggiato un dolce di Doroteia, non assaggerà mai più alcun dessert che non sia stato creato dalle mani di questa donna, che grazie ad una fondue à la confiture de lait ha conquistato la sua gola, il suo palato e soprattutto il suo cuore.
Dopo poco tempo, Doroteia è in dolce attesa, e nei primi mesi di gravidanza la donna può contare su Marie Malleville, sua migliore amica, nonché la compagna di corso di cucina che le presentò Stefan. A metà gravidanza, però, Marie ha un cambiamento repentino e si allontana dalla coppia di amici, senza un'apparente motivazione.
Né Doroteia e né Stefan immaginano quale possa essere il motivo di tanto rancore e tanta rabbia che la donna prova per loro due.
Marie è sempre stata innamorata di Stefan, e quando quest'ultimo si mette assieme alla sua amica di corso culinario, Marie crede si tratti di una storiella di poco conto, ma quando questa rimane incinta del suo amato, Marie non resiste e scompare dalla vita dei due, ma solo apparentemente...
Doroteia dà alla luce la bimba, frutto dell'amore fra lei e Stefan.
Doroteia e Stefan, dopo la nascita della piccolissima Áurea, si trasferiscono a Vaduz, nel Liechtenstein, per sposarsi e battezzare la loro bimba nella chiesa del castello reale della famiglia di lui.
Gli inviti dei due eventi arrivano nelle mani di moltissime persone, ma non in quelle di Marie, che decide di imbucarsi alla festa dove non è la benvenuta, con l'intento di portare via la bimba, l'unica cosa che tiene Stefan legato a Doroteia, secondo lei. Così, vestita da suora, si intrufola in chiesa, dove sequestrerà la bambina, ma verrà colta con le mani nel sacco da un bimbo di soli 4 anni, Filipe (figlio di un diplomatico francese, grande amico di Doroteia), il quale testimonierà ciò che ha visto alla polizia e, grazie a lui, Áurea tornerà sana e salva nelle braccia dei suoi genitori e Marie verrà condannata a venti anni di reclusione.
Tre anni dopo, la sequestratrice verrà lasciata in libertà vigilata, fino a nuovo ordine, vista la sua instabilità emotiva nel momento del crimine, unico motivo che l'avrebbe spinta a commettere un tale gesto. Marie, scapperà, non facendosi più trovare dalla forze dell'ordine, e minaccerà Doroteia con numerose lettere, una di queste sarà la causa che spinge i genitori di Aurea ad allontanarla da loro per il suo bene, per assicurarle una vita.
Marie minaccerà la sua ex amica, dicendole di proteggere la sua cara bimba, se non vuole che le succeda qualcosa di grave, di tenerla in prigione, privandola della libertà, delle prime emozioni e del primo, vero e puro amore adolescenziale, facendola soffrire esattamente come lei sta soffrendo per il suo Stefan, che Doroteia le ha portato via; ma come se questo non fosse abbastanza, le dice che tenerla al sicuro non sarà mai sufficiente, perché lei starà con il fiato sul collo di Áurea finché questa non compirà diciotto anni, fino a quel momento, la sua vita sarà in costante pericolo.
Stefan e Doroteia, spaventati che possa capitare qualcosa alla piccola creautirina originata dal loro forte e vero amore, la faranno credere morta all'età di cinque anni, per mano di un seme di prugna finitole in gola e soffocatala. In verità, la piccola sarà spedita in Brasile, dai tre fratelli della madre, che saranno incaricati di prendersi cura di lei, sino a che non compirà la maggiore età.
Ed è qui che Áurea Roseanna Bellora diventa Anna Rosa Lopes, una bimba di appena sei anni, strappata dalla sua famiglia, dalla sua infanzia e dalla sua vera vita.
 
Anna Rosa Lopes, ora, ha sedici anni e tutto quello che sa del suo passato è che venne sequestrata da una strega, che tutt'oggi potrebbe farle del male, e perciò è necessario che lei non abbia contatti con sconosciuti e che lei non riveli a nessuno informazioni riguardanti la sua vecchia vita. Tutto ciò le è stato raccontato dai suoi tre zii quando era molto piccola, ormai ne ha un ricordo sfocato e crede, ogni giorno di più, che si tratti di una delle numerose favole che agli zii piace raccontarle, ma nonostante ciò continua a mantenere queste promesse. Rosa, però, non immagina che a breve conoscerà qualcuno che le farà venire voglia di raccontare della sua strana vita...
 
Anna Rosa, perciò, non sa niente della sua vita, tranne che è giunta in Brasile alla tenera età di sei anni, che poco dopo gli angeli si sono portati via i suoi genitori e i suoi nonni, che tre amabili zii l'hanno cresciuta come se lei fosse figlia di ciascuno di loro e che questi sono troppo protettivi nei suoi confronti, infatti, Rosa non può uscire da sola, ma solo accompagnata da loro e non ha mai avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con un ragazzo, poiché non esce mai e frequenta un fantastico collegio femminile.
Rosa crede di sapere il perché dello strano comportamento dei suoi zii: i suoi genitori sono morti prematuramente, e siccome loro tre sono i fratelli di sua madre, la considerano una prosecuzione della sorella, da proteggere e tutelare e una figlia da tirar su, con i giusti valori e principi, esattamente come farebbe un padre.
Anna Rosa sa poco e niente del suo passato, non ha ricordi vividi di una madre e un padre, e ciò che le manca così tanto non sono i suoi genitori, ma bensì dei genitori, una madre che sia anche una sua amica e confidente e un padre da chiamare "eroe".
E' amata da molte persone, da suo zio Florindo, Petronio e Fausto, dalle sue numerose amiche, dalla sua migliore amica Clara e dai suoi numerosi animaletti domestici, che i suoi zii le hanno regalato per compensare la mancanza di una vera famiglia; ma nonostante ciò, lei brama con tutta se stessa l'amore di un ragazzo, le emozioni tipiche del primo amore, una figura maschile che le offra protezione e con la quale nasca il bisogno di raccontarsi e mostrarsi veramente per la ragazza che è. L'unico "ragazzo" con cui ha avuto il piacere di parlare è stato un bimbo di circa 10 anni, Filipe, lo stesso che la salvò dalla grinfie della malvagia Marie Malleville; dopo tutti questi anni conserva un vivido ricordo di quel ragazzino che le rubò il cuore e a cui, lei, a sua volta, gli rubò il suo e se lo portò con sé in Brasile. I due si sono salutati parecchi anni fa con una proposta di matrimonio che Filipe gli fece, e alla quale lei rispose affermativamente, ma ad una condizione: che l'avrebbe resa felice e contenta per sempre, e concluse quella risposta con un giro su stessa che vece roteare la sua gonna di tulle.
 
La vicenda ha inizio con un prologo, in cui Anna Rosa racconta di una realtà parallela ad un'illusione inculcatole negli anni, una finta realtà che la accompagna da quando aveva soli sei anni e che ora sembra essersi spezzata, rivelando la vera realtà: una realtà che lei mai avrebbe immaginato sua e che da poco tempo è diventata la sua vita, destabilizzandola e rivelando che Anna Rosa non è affatto chi e ciò che lei credeva di essere. La protagonista rivive ormai da giorni le sue due vite, che ad un tratto si sono scontrate, le sembra di essere in una specie di film.
Dopo questo breve incipit, Anna Rosa inizia dal principio, per poter chiarire al lettore chi era lei, che cosa successe e per quale ragione lei fu catapultata in un'altra vita, che condizionò la sua infanzia e gran parte della sua adolescenza: incomincia raccontando dell'incontro tra i suoi genitori, della sua nascita e delle peripezie successe da allora, fino ad arrivare al presente, ovvero a lei che ha sedici anni e che è alle prese con una vita che sente stretta e sotto forma di prigione, a causa dei suoi zii, per lei, inspiegabilmente troppo protettivi.
 
Il sedicesimo compleanno di Anna Rosa è ormai alle porte e le sue amiche hanno in serbo per lei una sorpresa: vogliono portarla a fare un giro al centro commerciale, per comperarle un regalo e poi andranno a ballare in un locale non troppo distante dal loro collegio, così da arrivare in tempo in camera, pochi istanti prima della chiamata dei suoi zii per assicurarsi che lei stia bene e per darle la buonanotte.
Hanno programmato una fuga dalla campana di vetro sotto alla quale i suoi zii l'hanno cresciuta e la stanno facendo vivere tutt'ora. Ma Rosa sarà pronta per uscire dalla cella in cui è imprigionata da sempre? Pare proprio di si, e dopo aver indossato un vestito degno di essere notato, lei e le sue amiche si recano nel locale di un certo Rafa, il ragazzo della zia di... Cintia, o meglio conosciuta come DJ CENERENTOLA, la nuova fiamma di Fredy Prince (i protagonisti del primo libro della scrittrice).
Cintia, chiamerà Rosa alla consolle, per permetterle di scegliere una canzone per lei speciale, che possa farle ricordare per sempre questa giornata speciale e la colonna sonora di quel giorno sarà "Rainbow", che la protagonista ballerà vicina a DJ Cenerentola, attirando l'attenzione di numerosi ragazzi, specialmente di uno...
Cintia chiederà a Rosa il suo numero, per contattarla nel caso facesse altre serate nei dintorni: sarà grazie alla protagonista del primo libro della Pimenta, "Cenerentola Pop" (recensione qui) che Rosa conoscerà il suo amato, perché il ragazzo che rimase colpito da lei, dalla sua bellezza e dal suo senso del ritmo, sbirciando dal quaderno dei numeri della dj, riuscirà a prendere nota del suo.
Dopo quella sua fantastica prima uscita, Rosa parla con i suoi zii e i quattro arrivano ad un accordo: la protagonista potrà uscire solamente nei weekend, con le amiche, non dovrà mai rimanere sola con degli sconosciuti e rivelare informazioni personali, mettersi insieme ad un ragazzo fino ai diciotto anni e dovrà fare ritorno a casa o al collegio prima delle 22.
Dopo quella serata, seguiranno altre uscite e feste, fino a quando queste cadranno in secondo piano, con l'arrivo di un sms in francese da un numero sconosciuto, che conterrà il seguente testo "Ciao bella. Come stai?", apparentemente sembrerebbe un sms inviato per sbaglio alla persona sbagliata. Rosa, rispondendo allo sconosciuto, scoprirà che in realtà si tratta di un ragazzo di diciannove anni, interessato a parlare con lei, per conoscerla meglio, siccome per lui è stato amore a prima vista e parola.
Dopo quei primi sms ne seguiranno molti altri, dopo questi seguiranno le prime chiamate, e tra i due sboccerà un amore online, i loro sms o le loro chiamate diventeranno fondamentali momenti della routine di entrambi, senza i quali non riescono ad andare a dormire con la testa sgombra da ogni pensiero e preoccupazione.
Rosa non ha dubbi: è innamorata del ragazzo che sta all'altro capo del telefono, Phil e quest'ultimo è innamorato di lei, esattamente allo stesso modo, o forse un po' di più...
Entrambi sono pronti ad incontrarsi per la prima volta, e quale momento migliore se non la sera del saggio della scuola, in cui Rosa si cimenterà suonando il pianoforte e cantando contemporaneamente?
 
La sera dello spettacolo è arrivata, ma Phil non si fa sentire da due settimane, dopo il giorno in cui è partito per una vacanza. L'ultima volta che si sono parlati, lui ha detto a Rosa di doverle dire una cosa, nulla di grave, ma si tratta comunque di un aspetto di se stesso che le ha tenuto all'oscuro, per la paura di perderla.
La protagonista è pronta a salire sul palco, suonerà e canterà "Rainbow", quella canzone le ricorda la magnifica serata del suo compleanno e quel ragazzo che tramite un sms è entrato a far parte della sua vita, diventando per lei un tassello fondamentale, non le importa se lui non si trova fra il pubblico, lei canterà comunque per lui, per loro.
Finita l'esibizione, Phil le manderà un sms, con scritto di raggiungerla nel giardino sul retro del teatro, per conoscersi. Rosa si fionderà nel luogo dell'incontro, ma al posto di Phil troverà una scatola sigillata, dal quale proviene il suono di un incessante miagolio, Rosa tenterà di liberare il gatto chiuso all'interno dello scatolone e per farlo romperà con le unghie il nastro adesivo, infilando poi una mano all'interno dell'imballaggio, nel momento in cui la sua mano toccherà qualcosa di appuntito, Rosa si sentirà trafitta da mille aghi. La sua mano e poi tutto il suo corpo verranno sommersi da punture di api africane, alle quali Rosa è molto allergica. La protagonista avrà subito una fortissima reazione allergica, se non fosse che prima di svenire lei noterà un ragazzo correrle incontro, che dopo la sua perdita dei sensi attuerà una respirazione bocca a bocca per evitarle il soffocamento e le salverà la vita. Quel ragazzo è Phil.
Marie Malleville stava per riuscire nel suo intento, se non fosse stato per l'arrivo del principe azzurro della protagonista.
 
Rosa passerà dieci giorni in coma e al suo risveglio si troverà catapultata in una realtà per lei surreale: il suo vero nome è Áurea Roseanna Bellora, i suoi genitori e i suoi nonni sono vivi e al suo risveglio sono attorno al suo letto, lei è una discendente della famiglia reale del Liechtenstein, una principessa.
Le serviranno alcuni giorni per assimilare il tutto, e per decidere di conoscere la sua famiglia e comprendere i motivi che spinsero i suoi genitori e i suoi zii a mentirle e a donarle una nuova vita.
Dopodiché, Rosa e i suoi familiari, partiranno per un viaggio in Europa, con tappe a Parigi e a Vaduz.
Nel Liechtenstein, la protagonista prenderà parte ad un ricevimento e qui avrà modo di conoscere molte persone influenti, e, dopo l'insistenza della madre, di rivedere Filipe, l'unica persona appartenente alla sua vita vera di cui lei conservasse un vivido ricordo.
Un ragazzo alto, slanciato, magro, dai capelli e dagli occhi castano scuro farà capolino dalla porta del salone dedicato all'orchestra, quando gli occhi di Rosa si alzeranno dal pavimento, incontrando quelli di Filipe, lei non potrà credere ai suoi occhi!
Filipe è...
 
Non voglio spoilerarvi la restante parte del libro, perciò, se siete curiosi di scoprire chi è Filipe e come andrà a finire "La bella addormentata pop", vi invito ad acquistare e leggere il libro, non ne rimarrete delusi!
 
LA MIA OPINIONE
 
Edizione digitale: non disponibile.
Edizione cartacea: €16.90, 189 pagine.
Il libro è composto da 22 capitoli, con in aggiunta un prologo ed un epilogo.
La vicenda è interamente narrata dalla protagonista, Anna Rosa e molte pagine saranno interamente composte da lettere, articoli di giornale, bigliettini scambiati e sms scritti da Phil e Rosa: aspetti che ho apprezzato particolarmente, siccome, attraverso le parole della protagonista ho ritrovato molto di me stessa, e attraverso i vari inserimenti di lettura alternativa, mi sono sentita maggiormente partecipe e parte integrante della storia e ho avuto l'onore e l'occasione di assistere alla nascita dell'amore di Phil e Rosa tramite i parecchi sms che si sono scambiati.
Adoro le letture alternative, che all'interno dei libri, presentano l'inserimento di sms, lettere, ecc. e questo volume ne è l'esempio per eccellenza, a mio parere.
Scrittrice: +Paula Pimenta 
 
Ho avuto modo di conoscere questo libro grazie al primo della scrittrice, dopo aver letto "Cenerentola pop" mi sono completamente innamorata del talento della Pimenta di riscrivere fiabe antiche in chiave moderna e della sua scrittura, e non ho potuto non leggere il suo secondo capolavoro!
L'ho acquistato qualche giorno fa, e l'ho letto subito. Aprendo la prima pagina mi sono ritrovata nuovamente nel fantastico mondo reale e surreale al tempo stesso della Pimenta, nella vita di Anna Rosa e di tutti gli altri personaggi, nelle emozioni, nei pensieri  e nelle avventure della protagonista, negli sms che hanno visto nascere l'amore di lei e di Phil e nella doppia vita, esistenza della dolce Rosa.
Inutile dire che mi sono commossa ad ogni sms dolce scritto da Phil, e che mi sono pazzamente innamorata di lui e della bellissima coppia che forma con Rosa!
 
Questa recensione è particolarmente importante, poiché si tratta di una lettura che affronta molteplici argomenti attuali e non, argomenti quali un'infanzia difficile che la protagonista riesce a superare egregiamente, l'adolescenza, descritta magnificamente e in tutte le sue sfumature, dalla più rosea alla più scura, l'amicizia, la complessità della vita, l'innamoramento online e attraverso il quale la maggior parte dei giovani conosce il suo amato al giorno d'oggi. Temi e argomentazioni affrontati con i giusti registri, e accompagnati dalla dolcezza e dal surreale, con la presenza delle tre fatine della fiaba che qui assumono le figure di tre zii simpatici e divertentissimi, di una fata madrina quale DJ Cenerentola e di un principe azzurro che assume le sembianze di uno sconosciuto che si cela dietro uno schermo e di un bimbo di appena 4 anni e poi 10, follemente innamorato della protagonista.
 
Paula Pimenta è una scrittrice che è stata in grado di celarsi nei panni di una bimba, alle prese con la riscrittura fantasiosa di fiabe già irreali di per sé, dando la possibilità ai suoi lettori di tornare piccoli assieme a lei.
Le descrizioni, le ambientazioni, i dialoghi, le aggiunte di articoli di giornale, sms, bigliettini, ecc., le situazioni, gli avvenimenti celati dentro a questo libro sono meravigliosi, la Pimenta attraverso  le sue parole ha avuto la capacità di farmi vivere nei panni della protagonista di una delle più belle fiabe di sempre e di commuovermi attraverso la sua versione de "La bella addormentata nel bosco".
I personaggi sono particolari, insoliti e alcuni già incontrati nel suo primo libro, perciò di spessore e quasi reali, talmente bene descritti e presentati.
I temi che si incontrano nel libro sono sostenuti con la giusta conoscenza e fantasia che si richiede nella creazione o riscrittura di una fiaba.
 
"La bella addormentata pop" è una lettura piacevole, scorrevole, non troppo impegnativa e molto intensa dal punto di vista emotivo e psicologico.
Non ho potuto non ritrovarmi nell'insicurezza e nella timidezza della protagonista.
In questo libro ho trovato tanti amici, e soprattutto, il principe azzurro, che spero di incontrare nella vita reale, un giorno, per ora cerco di accontentarmi di averli trovati nelle parole scritte dalla Pimenta.
 
Nel complesso, questo volume mi è piaciuto molto: una vicenda particolare, vissuta da una sedicenne attraverso la volontà e il desiderio di trovare il vero amore, e che alla fine, quando meno se lo aspetta ci riesce.
Perché quando l'amore bussa alla tua porta, lo fa inaspettatamente e incessantemente, trascinandoti con sé nel turbinio di emozioni che lo caratterizza.
 
Paula Pimenta insegna che la fantasia è un dono prezioso di cui fare tesoro e da utilizzare sempre, nonostante l'età. Perché, a volte, la fantasia è meglio della realtà e ci si può rifugiare al suo interno per un po', fino a che ciò che sogniamo non decidiamo di trasformarlo in realtà...
La fantasia è un fantastico rimedio, di cui dobbiamo imparare a fare tesoro, perché a volte la fantasia è l'unica cosa di cui disponiamo.
Nessuno potrà mai privarci dell'immaginazione, in ognuno di noi vi è quel pizzico essenziale di pazzia che ci rende persone speciali e inimitabili.
 
Potrà risultare banale, ma ho adorato ogni singola pagina di questo libro, e arrivata alla fine mi sono sentita svuotata e vogliosa di reimmergermi nel vortice di emozioni che caratterizza Rosa, il suo mondo e tutto ciò che ruota intorno a lei.
 
"La bella addormentata pop" è un libro che stra consiglio e al quale assegno 5 stelline su 5!
 
La recensione è giunta al termine, non dimenticate di mettere un G+1 e di condividerla dovunque e con chiunque voi vogliate e di seguire il mio blog (nella barra a destra trovate le apposite e diverse caselle dedicate all'iscrizione al blog come lettore fisso).
 
Se avete già letto questo libro e volete scambiarne quattro chiacchiere o desiderate averne maggiori informazioni, vi invito a scrivermi nei commenti qui sotto, sarò felicissima di rispondervi!
 
Alla prossima recensione! :)
 
Contatti
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2016-10-05

Recensione: "MI CHIAMO CHUCK" di AARON KARO

"MI CHIAMO CHUCK"
di AARON KARO
 
 
Ciao miei adorati readers e bentornati nel mio blog!
Oggi vi parlerò della mia ultima lettura, un romanzo divertente e dissacrante, scritto dal formidabile Aaron Karo: "Mi chiamo Chuck".
 
LA COPERTINA
 
 
 
La copertina è vivace, allegra e molto moderna.
Il titolo rappresenta a pieno l'intera vicenda che vede come protagonista Chuck, un adolescente di diciassette anni, affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo diagnosticatogli da Wikipedia e, successivamente, da una psicologa.
L'immagine di copertina raffigura una sorta di post-it, usati dal protagonista per ogni cosa, in cui Chuck si presenta in modo coinciso e ironico, spingendo il lettore ad aprire il libro per saperne di più e un paio di Converse rosse, modello Chuck Taylor, la scarpe da ginnastica con il quale tutto avrà inizio.
 
LA TRAMA
 
"Ho diciassette anni e, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo".
Chuck Taylor ha mille paranoie.
Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore e bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. 
Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l'amicizia su Facebook.
La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé.
E poi ci sono le Converse All-Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo.
Converse rosse = arrabbiato, Converse gialle = nervoso, e così di seguito...
I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una strizzacervelli.
Ma è l'arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse.
 
Impossibile non ridere con questo esilarante racconto in prima persona di Chuck, uno dei più divertenti e struggenti personaggi della narrativa contemporanea.
 
LA RECENSIONE
 
Questo libro è consigliato a chi, come Chuck, è alle prese con l'adolescenza e con tutto ciò che essa comporta, disturbo ossessivo-compulsivo a parte o compreso;
A chi desidera rivivere l'adolescenza e le sue infinite conseguenze, attraverso un racconto ricco di ogni emozione;
A chi desidera leggere di un racconto adolescenziale ironico, tagliente e mai banale, scritto dal brillante Karo  e narrato in prima persona da un dolcissimo e particolare protagonista ossessivo-compulsivo;
E a chi desidera saperne di più sulla mania delle Converse di Chuck.
 
"Mi chiamo Chuck" è ambientato a Plainville e a West Lake.
Il protagonista è Charles Taylor, chiamato da tutti Chuck.
Chuck è un ragazzo di diciassette anni, alle prese con quella fase della vita chiamata adolescenza, perché "sono confuso, odio tutti e tutto, non rivolgetemi la parola fino a nuovo ordine e, per la cronaca, nel caso interessasse a qualcuno, la mia vita è uno schifo" era troppo lungo, e come se questo non fosse già abbastanza, il protagonista si trova a dover vivere succube di alcune semplici abitudini che, ben presto, prenderanno il comando del suo sistema nervoso, sfociando in vere e proprie ossessioni, compulsioni e manie.
Chuck è un normalissimo diciassettenne, se non fosse che: - a scuola è invisibile, a tal punto che nemmeno i bulli lo ritengono degno di attenzioni, in quanto screditarlo non servirebbe a nulla, considerato che è uno sfigato già di per sé; - ha solo due amici, Steve e Ghana; - la sua vita è scandita da ossessioni, che lo portarono ad una ricerca su Internet, ad un articolo su Wikipedia e ad una teoria costituita da parole che decretano la sua vera essenza: soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo.
 
La vicenda si apre con la presentazione delle ossessioni di Chuck, che lui preferisce chiamare routine: il protagonista si reca in bagno per fare la pipì e successivamente controlla  le manopole e le piastre elettriche del piano cottura della cucina centinaia di volte, in senso orario e meticolosamente prima di andare a letto; una volta coricatosi, i suoi pensieri corrono alle azioni appena descritte, che Chuck sente il bisogno di compiere e ripetere ossessivamente prima di essere completamente e mentalmente sicuro di non avere nemmeno una goccia di urina  dentro di sé e di non saltare in aria o morire asfissiato a causa del gas dei fornelli.
Il protagonista, dato il suo nome, indossa solo Converse All-Star modello Chuck Taylor a tinta unita, trovando il fatto divertente e ironico, ne ha a centinaia e ad ogni colore coincide uno stato d'animo.
Chuck è invaso dagli elenchi e dai conteggi tramite pile e pile di post-it nonostante detesti la matematica.
Il protagonista è ossessionato dall'acqua, dal sapone, dall'amuchina e da tutto ciò che è utile per la pulizia delle mani che, secondo lui, venendo a contatto con i soldi, i tasti di un ascensore, il cibo, le mani di altre persone, ecc, sono esposte ad un costante e numeroso flusso di germi.
Chuck, a scuola, per raggiungere le varie aule presso cui ha lezione compie sempre lo stesso percorso, per evitare incontri inaspettati e inconvenienti di vario tipo non previsti e prima di recarsi a lezione, inserisce la combinazione del lucchetto dell'armadietto ben quattordici volte, finché non è completamente sicuro che sia chiuso.
Tutto ciò ha avuto inizio con un paio di Converse Chuck Taylor rosse acquistate e messe quando era arrabbiato, dopo aver litigato con sua sorella Beth. Da quel momento le scarpe da ginnastica sono aumentate a dismisura e con queste anche le ossessioni del protagonista...
I genitori, preoccupati, lo spediscono dalla psicologa e qui, Chuck conosce la Dottoressa S, una strizzacervelli particolare, che indossa delle scarpe da ginnastica sotto ad un tailleur e che parla con un'intonazione interrogativa.
 
Dopo l'infinito elenco delle abitudini di Chuck, che lo rendono il Chuck che si conoscerà nel corso della vicenda, il protagonista racconterà di se stesso prima e dopo il disturbo, della sua vita, della scuola, della sua famiglia, degli amici (che si possono contare sulle dita di una sola mano) e della sua eccitazione per questo ultimo anno di liceo, che spera possa diventare l'anno che farà di lui un normale ragazzo che finisce le superiori nel migliore dei modi, ovvero innamorandosi, trovando la sua vera essenza e diventando finalmente qualcuno, finendo i suoi anni da zerbino, andando al ballo di fine anno e al Weekend Finale, una sorta di gita non autorizzata in cui scorrono fiumi di alcool, che si tiene mesi prima dalla fine dell'anno e che vede riunite tutte le classi dell'ultimo corso.
Chuck, in occasione della rivelazione della location nella quale si terrà questo evento non autorizzato, ma ormai di tradizione, indossa le sue Converse azzurre, che corrispondono all'eccitazione e alla curiosità. Peccato che il suo sistema scarpe/emozioni non comprenda un cambio durante il giorno, perché il Weekend Finale si terrà in campeggio: il peggior incubo per ogni ossessivo-compulsivo.
Ma forse quella scelta di calzature è stata la più adatta, poiché nell'ora di matematica, nel bel mezzo dell'anno, fa apparizione una bellissima ragazza dai capelli ribelli e rosso fuoco, dagli occhi azzurri e dalle lentiggini ben visibili di nome Amy, che ammalierà Chuck, facendolo innamorare nel giro di qualche minuto.
Sarà proprio la matematica a dare un aiutino al protagonista: perché Amy in questa materia non è un vero e proprio talento, a differenza di Chuck che se la cava piuttosto bene, nonostante detesti i numeri e tutto ciò che li riguarda, e sarà proprio a quest'ultimo che la ragazza chiederà di farle delle ripetizioni.
Il protagonista, al settimo cielo, accetterà immediatamente la proposta e tra i due inizierà un'amicizia fatta di risate, discorsi senza senso, chiacchierate sul loro ipotetico futuro, uscite accompagnate da qualche antiderivata e tanta complicità, che sarà destinata a sfociare in un qualcosa di molto simile all'amore.
Chuck non ha un paio di converse dedicate a quell'emozione, non è mai stato innamorato, non è mai uscito con una ragazza e per lo più lui non è uguale a tutti gli altri ragazzi, e Amy è reduce da una relazione finita nel peggiore dei modi e l'unica presenza su cui può contare e potrà sempre contare è la sua cagnolina Ranuncola. Entrambi non sembrano pronti al vortice di sentimenti che è pronto a travolgerli regalandogli il tanto bramato primo amore e forse unico vero amore, ma quando questo bussa prepotentemente alla porta, niente e nessuno sono in grado di fermarlo, a meno che il disturbo ossessivo-compulsivo di Chuck non traspaia in presenza di Amy, allora si che sarebbero guai e che un quasi bacio tra i due si dissolverebbe...
 
Chuck a causa delle sue ossessioni potrebbe rischiare di perdere le poche cose che di prezioso ha, come Steve, Amy e se stesso.
Il Lexapro sembra la soluzione e la causa di ogni cosa, un flacone arancione pieno di pasticche che potrebbero allievare e dissolvere le abitudini del protagonista come farle aumentare, peggiorandole.
Chuck accetterà la proposta della Dottoressa S e inizierà la cura a base di Lexapro e dell'esposizione alle proprie manie, paure che lo portano a provare quel costante stato d'ansia.
Inizialmente, decide di tentare di combattere ciò che non va in lui, per Amy e per Steve, per riuscire ad avere una ragazza e un migliore amico come ogni ragazzo normale. E' stanco di essere etichettato come quello strambo. Vuole migliorare, per gli altri, per ciò che questi vedono.
Ma quello che Chuck capirà nel corso della vicenda è che si migliora per se stessi, e non per fare un piacere agli altri.
Solo così otterrà ciò che brama con tanta intensità e chi lo sa, magari riuscirà a raggiungere ogni obbiettivo prefissatosi all'inizio di quest'ultimo anno di liceo, a realizzare ogni suo desiderio, a colorare la sua vita attraverso l'aggiunta di un nuovo paio di Converse...
 
LA MIA OPINIONE
 
Edizione digitale: €6.99, 288 pagine.
Edizione cartacea: €12.00, 288 pagine.
Il libro è composto da 60 capitoli, ognuno di questi narrato dal protagonista: aspetto che ho apprezzato particolarmente, siccome nei moderni romanzi rosa la voce narrante è quasi sempre quella della protagonista femminile. Conoscere il punto di vista di un ragazzo riguardo all'amore e vivere le sue stesse emozioni è interessante e innovativo e questo libro ne offre la possibilità.
Casa editrice: +Y Giunti 
 
Ho avuto modo di "conoscere" questo libro grazie alla recensione (qui) di +Silvia Giaccioli, una fantastica scrittrice di romanzi rosa, di cui ne consiglio la lettura.
Il titolo e la copertina sono state le prime caratteristiche che ho notato e che mi hanno spinto a cercare la trama di questo volume, e dopo averla letta non avevo più dubbi: "Mi chiamo Chuck" doveva essere mio!
E' stata una delle mie imminenti letture, dopo gli acquisti librosi online, e aperta la prima pagina mi sono ritrovata nel mondo di Chuck, immersa in lui, nella sua vita, nelle sue emozioni, avventure e nel suo disturbo ossessivo-compulsivo.
Inutile dire che mi sono pazzamente innamorata di Chuck Taylor e della bellissima coppia che formano quest'ultimo e Amy Huntington!
 
Questa recensione è particolarmente importante, poiché si tratta di una lettura che affronta molteplici argomenti affrontati da molti ma quasi mai in modo correttamente, argomenti quali l'adolescenza, descritta magnificamente e in tutte le sue sfumature, l'innamoramento, descritto senza filtri e rendendolo palpabile e facilmente immaginabile attraverso la sfera sensoriale e visiva, il disturbo ossessivo-compulsivo, affrontato con i giusti registri e con una sorta di celata ironia, per rendere il tutto meno pesante e impegnativo, l'amicizia, affrontata con dolcezza ma anche con amarezza, la scuola e la fine del liceo di un ragazzo sostanzialmente sconosciuto a tutti, docenti compresi, la famiglia, descritta come legame affettivo e a volte come una sorta di ostacolo, e soprattutto la vita adolescenziale, descritta meravigliosamente grazie alla presenza di primi amori, prime volte, avventure, ultime volte (quali gli esami di matematica che Chuck detesta tanto) e di tante paia di colorate Converse.
 
Aaron Karo è uno scrittore di quasi quarant'anni, che è stato più che in grado di celarsi nei panni di un diciassettenne strambo e affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo, raccontando l'adolescenza contemporanea e dando la possibilità agli adolescenti di ritrovarsi nelle sue parole e agli adulti di fare la stessa cosa e di comprendere anche i propri figli, nipoti, ecc che stanno passando questa fase della vita.
Le descrizioni, le ambientazioni, i dialoghi, le situazioni, gli avvenimenti celati dentro a questo libro sono meravigliosi, Karo attraverso le sue parole ha avuto la capacità di farmi vivere completamente nei panni di Chuck, tanto da spingermi molte volte a chiedere a me stessa "ma soffro anche io di un disturbo ossessivo compulsivo?!".
I personaggi sono particolari, insoliti e alcuni di questi strambi, perciò di spessore e quasi reali, talmente bene sono descritti e presentati.
I temi che si incontrano nel libro sono sostenuti con la giusta conoscenza, una celata ironia e la giusta importanza.
 
"Mi chiamo Chuck" è una lettura piacevole, scorrevole, non troppo impegnativa e intensa dal punto di vista emotivo e psicologico.
Non ho potuto non ritrovarmi in tutti i personaggi della vicenda, o quasi.
Mi sono ritrovata in Amy, in quanto entrambe siamo timide, insicure ma fermamente convinte di una cosa: che una cagnolina sia l'unica vera amica che possediamo.
Così anche in Steve, in quanto entrambi siamo sfortunati in amore, anche se poi il suo "mai 'na gioia" viene ricompensato con una grande gioia che fa nettamente cadere in secondo piano tutte le sue sfortune (spero possa capitare presto anche a me!).
Stessa cosa per Ghana, il cosiddetto secchione della classe, che con la sua intelligenza zittisce tutti.
E soprattutto, mi sono ritrovata tanto in Chuck, entrambi odiamo il contatto mani/monete, la matematica anche se ce la caviamo egregiamente, abbiamo lo stesso modo contorto di ragionare e di riuscire a vedere solo il peggio in ogni cosa.
Durante la lettura di questo libro ho conosciuto più e più persone, ognuna diversa dall'altra, ma che insieme si completano in modo straordinario e insolito.
In "Mi chiamo Chuck" ho trovato tanti amici, che spero di incontrare, un giorno, nella vita reale, per ora mi accontento dei miei adorati libri.
 
Nel complesso, questo volume mi è piaciuto molto: una vicenda particolare, vissuta da un diciassettenne attraverso la volontà di sconfiggere le proprie manie ossessivo-compulsive per conquistare e riconquistare la ragazza dei suoi sogni e il suo migliore amico, nonché unico, tradito dalla vigliaccheria e dall'egocentrismo che il disturbo di Chuck innescano in lui.
Quel che più mi ha stupita e ammaliata è stato l'approccio al disagio psicologico del protagonista: si mostra senza falsi pudori la necessità dell'intervento di un terapeuta, la necessità a volte coincidente di prendere medicinali come mezzo per spianare la strada ad una terapia che solo il paziente può decidere di praticare per sconfiggere i propri demoni - piccoli o grandi che siano. Per se stesso, come capisce Chuck alla fine. Perché nemmeno la ragazza più dolce del mondo o l'amico migliore possono essere il motivo per migliorare e guarire, per vivere davvero: è essere se stessi al meglio, dandosi la giusta spinta per arrivare al traguardo.
 
Aaron Karo insegna che volere è potere e che ciò che facciamo lo decidiamo di fare per noi stessi in primis, e poi per motivi secondari, meno futili.
Noi siamo al centro del nostro mondo, e affermare e credere ciò non è essere egoisti, ma bensì realisti. Tutti siamo egoisti, e questo è un bene, sta solo ad ognuno di noi sfruttare questo difetto e questa debolezza umana nel migliore dei modi, esattamente come ha fatto Chuck.
 
Potrà risultare banale, ma ho adorato ogni singola pagina di questo libro, e arrivata alla fine mi sono sentita svuotata e vogliosa di reimmergermi nel vortice di emozioni che caratterizza Chuck, il suo mondo e tutto ciò che ruota intorno ad esso.
 
"Mi chiamo Chuck" è un libro che stra consiglio e al quale assegno 5 stelle su 5.
 
La recensione è giunta al termine, non dimenticate di mettere un G+1, di condividere il post dovunque e con chiunque voi desideriate e di seguire il mio blog (nella barra a destra trovate le apposite e diverse caselle dedicate all'iscrizione al blog come lettore fisso).
 
Se avete già letto questo libro e volete scambiarne quattro chiacchiere, o desiderate averne maggiori informazioni, vi invito a scrivermi nei commenti qui sotto, sarò felicissima di rispondervi!
 
Alla prossima recensione! :)
 
Booktrailer de "Mi chiamo Chuck" qui
 
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